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Recensione Film: “Grosso Guaio a Chinatown” (1986)

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È la prima volta che mi cimento in una Recensione Cinematografica, però ho deciso di partire ugualmente col botto: dato che “le cose è meglio farle o non farle, piuttosto che farle male o a metà” è uno dei miei motti preferiti, come non posso – giusto per prendere il via – esprimere il mio parere su un capolavoro come Grosso Guaio a Chinatown?

Vi dico solo un nome, o meglio Il Nome: John Carpenter. Questo signore – oltre ad aver prodotto innumerevoli capolavori, prevalentemente appartenenti ai filoni horror – thriller – fantascientifico – è stato un autentico precursore e, sin dagli anni ’70, ha saputo ispirare futuri maestri del Grande Schermo (Quentin Tarantino in testa: dai, ho già detto tutto…).

Grosso Guaio a Chinatown

La locandina ufficiale del film (1986)

Questa pellicola del 1986 ha saputo ritagliarsi nel tempo la reputazione di film-cult per eccellenza, anche se le cose non sono state sempre così: appena uscito, Big Trouble in Little China (titolo originale) fu un autentico fiasco, a tal punto che si dovette attendere il suo approdo sul piccolo schermo per constatare realmente quanto fosse un autentico capolavoro!

La trama ve la introduco appena, giusto per incoraggiarvi a vedere il film (sempre che non l’abbiate già fatto; ma parlo soprattutto alle giovani generazioni…): il protagonista (Kurt Russell: uno che sta a John Carpenter come Russell Crowe sta a Ridley Scott) fu dapprima immaginato nel ruolo di un cowboy di fine Ottocento, ma – per esigenze di produzione – si optò per rappresentare il film ai giorni nostri, dando vita a un Kurt Russell camionista nella San Francisco di oggi: cavallo o camion, comunque, il comune denominatore non cambierà!

Il protagonista, in nome di un’eterna amicizia con un ristoratore cinese (Dennis Dun), dovrà aiutare quest’ultimo a salvare la futura moglie (Suzee Pai), rapita da un demone immortale (James Hong) con l’intento di sacrificarla: ad aiutare i due, una procace avvocatessa (Kim Cattrall: proprio lei… Samantha di “Sex and the City”) e uno stregone-autista (Victor Wong: il monaco de “Il Bambino d’Oro”).

Il gruppo dovrà quindi scontrarsi inevitabilmente con le temibili forze del male, fino a giungere al cuore oscuro di una San Francisco senza tempo nella quale antiche leggende cominciano ad affiorare nell’inconscio dei nostri eroi: magia bianca contro magia nera, creature mostruose e guerrieri assetati di sangue assicureranno un bel daffare ai nostri eroi…

Recensione Film Grosso Guaio a Chinatown

Una scena del film: questi tre personaggi hanno qualcosa di familiare…

Il film “Grosso Guaio a Chinatown” ruota intorno ai seguenti temi:

  1. la falsa illusione che al mondo non ci siano più segreti;
  2. il valore dell’amicizia vera, specialmente di fronte alle avversità ed oltre le differenze razziali;
  3. l’Amore, inteso come sentimento in grado di farci compiere imprese impensabili; 
  4. l’eterna lotta tra il Bene ed il Male, qui rivisitata in chiave Tao.

Perché vederlo? Se cercate il mix ideale tra azione, arti marziali, soprannaturale e commedia, questo è il vostro Film: vi divertirete un sacco, specie ascoltando le battute comiche del protagonista, che –nei momenti di pericolo – s’affiderà alla sua innata ironia per togliersi dai pasticci.

Nota: colonna sonora e ambientazioni molto azzeccate.

Buona Visione!

Andrea Danile

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