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René Girard: Chi era Costui?

Chi è René Girard? Cosa pensava? Quali sono le sue Teorie?

Formazione universitaria e primi studi di René Girard

René Girard nacque ad Avignone il giorno di Natale del 1923.

Dopo aver acquisito il diploma superiore nel Liceo della sua città natale, decise di iscriversi alla parigina “École nationale des chartes”, un istituto universitario che mirava a formare futuri archivisti ed esperti in paleografia.

Frequentò questa scuola dal 1943 al 1947 e si laureò con una tesi sulla vita privata in Avignone durante la seconda metà del XV secolo. Questi suoi studi prettamente storici furono sicuramente decisivi per la costruzione della sua personalità intellettuale ed ebbero un peso notevole nella preparazione di opere dal forte tono esegetico, quali ad esempio Le bouc emissaire (Il capro espiatorio) e A theatre of envy: William Shakespeare.

Nel 1947 il giovane Girard vinse una borsa di studio che lo portò ad usufruire di un soggiorno di un anno negli Stati Uniti, per proseguire la propria attività di ricerca scientifica. Si immatricolò in Storia alla “Indiana University” e nel 1950 conseguì il suo dottorato. La sua dissertazione consisteva in un’analisi delle relazioni politiche esistenti fra USA e Francia tra il 1940 e il 1943, ossia in piena Seconda Guerra Mondiale e prima dello sbarco americano in Normandia.

Subito dopo il conseguimento del titolo, a Girard venne offerto di insegnare Letteratura Francese all’università dell’Indiana. Pieno di entusiasmo, egli accettò immediatamente il nuovo incarico che gli era stato proposto, anche se nutriva verso di esso qualche perplessità, dato che aveva conseguito il dottorato in storia e la letteratura era rimasta fino ad allora per lui un campo inesplorato.

 

La Critica Letteraria

L’assenso a questa proposta di lavoro fu sicuramente l’evento più decisivo del percorso intellettuale di Girard. Esso costituì un vero e proprio punto di non-ritorno dato che favorì l’apertura verso prospettive teoriche inusitate, consentendo al pensatore francese di diventare una vera e propria pietra miliare delle ricerche interdisciplinari della contemporaneità. Se la prima giovinezza era stata consacrata agli studi storici, la maturità si sarebbe sviluppata sotto l’egida della critica letteraria.

È con questa qualifica che Girard è divenuto famoso e ha avuto la possibilità di farsi conoscere sulla scena internazionale. Tuttavia, malgrado il promettente esordio come insegnante di letteratura, egli non fu più riconfermato per l’anno successivo alla “Indiana University”. Nel tentativo di trovare una nuova sistemazione, fece domanda alla “Duke University” e venne ammesso come assistente dal 1953 al 1957. In seguito, ottenne un posto come professore associato alla “Johns Hopkins University”, diventando professore ordinario nel 1961.

Dal 1965 al 1968 egli fu direttore del Dipartimento di Lingue Romanze di tale sede. Nella fase iniziale del periodo trascorso in questa università il pensatore francese subì una sconvolgente crisi spirituale che lasciò in lui tracce imperiture, avvicinandolo fortemente alla figura di Cristo e al messaggio della Rivelazione.

Dal momento della sua conversione, Girard non mancò di inserire in tutte le sue opere veri e propri capitoli dedicati all’esegesi delle Sacre Scritture o all’analisi del pensiero cristiano. L’aspetto rilevante di tutto ciò è che il pensiero religioso si lega in modo armonico alle tesi più importanti della sua maturità, finendo così per costituire un vero e proprio sistema. Fu proprio negli anni della “Johns Hopkins University” che Girard sviluppò quelle che sarebbero state le linee guida del suo percorso teorico.

 

Menzogna Romantica e Verità Romanzesca: la nozione di Desiderio Mimetico

Nel 1961, infatti, scrisse e pubblicò Mensogne romantique et vérité romanesque (Menzogna romantica e verità romanzesca), opera che sancì l’ingresso dello scrittore francese nel dibattito letterario dell’epoca. Attraverso gli scritti di Cervantes, Stendhal, Flaubert, Proust e Dostoevskij, Girard giunse a formulare la nozione di ‘desiderio mimetico’, concepito come un rapporto di carattere triangolare.

A suo giudizio tutti i nostri desideri (nessuno escluso) sono copiati da quelli di modelli o mediatori, di modo che l’oggetto delle ambizioni di tali modelli diviene quello a cui anche noi aspiriamo.

Così facendo, il modello che imitiamo rappresenta per noi anche un rivale e può nascere, quindi, un conflitto dalle proporzioni inimmaginabili. Il parossismo della crisi si verificherebbe quando altri imitatori prendono di mira lo stesso modello: questa eventualità spargerebbe i germi della discordia in tutta la società, causando una sorta di “bellum omnium contra omnes” (guerra di tutti contro tutti), simile a quello descritto da Hobbes.

Girard, d’altronde, non ha alcun dubbio: è illusoria l’idea di un desiderio che non sia mimetico.

Ecco perché lo studio di sentimenti tipicamente umani come l’invidia e la gelosia possono aiutarci a comprendere molte questioni di filosofia politica. Lo studio del desiderio imitativo sarà il vessillo della battaglia demistificatrice del pensatore francese e lo eleverà ad interlocutore privilegiato di tutte le neuroscienze.

René Girard: la teoria del desiderio mimetico

Il desiderio mimetico secondo lo schema di René Girard

 

Il “Pharmakos” secondo René Girard e la nascita del concetto di Capro Espiatorio

Dopo queste sue prime pubblicazioni, Girard si inserì a pieno titolo nel panorama intellettuale dell’epoca. Nel 1966 riuscì a promuovere alla “Johns Hopkins University” un importante congresso dal titolo “The languages of criticism and the sciences of man”, che ebbe il merito di individuare i nuovi indirizzi di ricerca del literary criticism.

A tale incontro parteciparono, tra gli altri, suoi emeriti connazionali quali Roland Barthes, Jacques Derrida, Jacques Lacan, Tsvetan Todorov e Jean-Pierre Vernant. Questo evento fu molto significativo perché permise a Girard di entrare a colloquio con grandi intellettuali e di instaurare dei rapporti molto importanti per la sua formazione teorica.

In particolare egli fu molto influenzato da Jacques Derrida, con cui iniziò una feconda corrispondenza e una duratura amicizia. Nel 1968 Derrida scrisse il saggio La pharmacie de Platon (pubblicato, poi, nel 1972), che ebbe grandi ripercussioni sulla filosofia girardiana.

Proprio da quest’opera, Girard ereditò la nozione di ‘pharmakos’: questo termine designava un rituale diffuso fra le città della Grecia antica, che mirava ad ottenere una purificazione per tutta la collettività mediante l’espulsione dal gruppo di un individuo “maledetto” chiamato, appunto, “pharmakos” (o capro espiatorio, come lo chiameremmo ora).

Il campo di applicazione del tema del ‘capro espiatorio’ divenne esplicito quando Girard si dedicò all’analisi delle società primitive. In tale contesto, esso si intrecciò molto bene con gli studi sul desiderio mimetico, dato che la mimesis sembrava dover condurre gli uomini alla violenza collettiva contro una singola vittima.

Questa connessione fu comprovata, oltre che da testimonianze etnografiche, anche da fonti letterarie sicuramente sui generis: le tragedie della Grecia classica.

Nel ciclo di Edipo o nelle opere di Euripide divenne evidente a quali risultati potesse condurre la violenza mimetica e quanto fosse pressante la necessità di trovare un pharmakos / capro espiatorio a cui far pagare il prezzo delle conflittualità.

Su questo sfondo nacque La violence et le sacré (La violenza e il sacro) pubblicato dapprima in Francia nel 1972, opera masterpiece sempre improntata al tema della violenza collettiva contro una vittima come elemento fondante di ogni gruppo sociale e religioso.

Nel frattempo Girard si era trasferito alla “State University” di New York, dove rimase fino al 1976. In quegli anni egli instaurò una grande amicizia con Cesareo Bandera, all’epoca professore di Letteratura Spagnola, che divenne un suo importante interlocutore.

René Girard: la teoria del capro espiatorio

Vittima, capro espiatorio o pharmakos: la logica di esclusione del “tutti contro uno” come elemento fondante di un gruppo sociale

 

L’antropologia di Girard

Nel 1978 apparve in Francia Des choses cachées depuis la fondation du monde (Delle cose nascoste sin dalla fondazione del mondo), che fu sicuramente l’opera girardiana più decisiva dal punto di vista antropologico. In questo scritto risulta ancora una volta evidente il legame del desiderio mimetico con la figura della vittima / capro espiatorio, connessione questa che ha guidato tutto il processo di ominizzazione, iniziato e perpetuato con sacrifici collettivi.

Girard progettò di condurre la trattazione nella forma di un dialogo fra lui e due psichiatri, Jean-Michel Oughourlian e Guy Lefort, in modo da destreggiarsi meglio fra le pieghe dell’argomentazione.

Des choses cachées depuis la fondation du monde è storicamente molto famosa anche per un altro motivo: è con quest’opera che Girard si presenta sulla scena internazionale come pensatore eminentemente cristiano, riconoscendo nell’esegesi delle Sacre Scritture uno strumento indispensabile per l’interpretazione di molti problemi filosofici e sociali.

Infatti, la figura di Cristo ha permesso di svelare ciò che è stato sempre mistificato in ogni assassinio fondatore: l’arbitrarietà della scelta del capro espiatorio e la sua assoluta innocenza. Da ciò deriva la portata anche antropologica del messaggio della Rivelazione.

Nel 1981 Girard si trasferì alla “Stanford University”, diventando professore di Lingua e Letteratura Francese.

Negli anni successivi pubblicò due opere, Le bouc emissaire (Il capro espiatorio – 1982) e La route antique des hommes pervers (L’antica via degli empi – 1985). L’incarico a Stanford diede al pensatore francese una grossa visibilità, dato che l’università era già molto nota a livello mondiale. Tuttavia, la sua permanenza in questa sede coincise con una grande riforma nel settore dell’educazione americana, che si tradusse in una penalizzazione delle discipline umanistiche e dell’insegnamento classico.

Nonostante ciò, Girard non si sentì mai isolato e proseguì senza grossi turbamenti la propria attività teoretica.

 

Il “Colloquium on Violence & Religion” (COV&R) di René Girard

Uno degli eventi più significativi degli anni di Stanford fu la fondazione nel 1990 del “Colloquium on Violence & Religion” (COV&R), un centro di ricerca che mira ad approfondire le tematiche aperte dalla prospettiva girardiana, analizzando soprattutto le implicazioni fra mimesi, violenza e religione.

Girard fu sicuramente la figura centrale di tale associazione, che rimane tuttavia aperta alle più svariate posizioni, dato che il pensatore francese ha vietato rigorosamente il culto della sua persona e il suo insegnamento è sempre stato estraneo ad ogni forma di dogmatismo.

Attualmente il COV&R annovera più di duecento membri: oltre alle ovvie personalità accademiche e universitarie, vi fanno parte anche preti, pastori protestanti, psichiatri, psicologi, tutti accomunati da un orizzonte teorico che promuove un’ideale interconnessione dei saperi.

Questo centro di ricerca pubblica ogni biennio un bollettino, finanziato dall’Università di Innsbruck, e ogni anno un numero di una rivista, realizzando così una sorta di compendio delle nuove intuizioni inerenti al rapporto fra desiderio mimetico, violenza e cultura.

 

Gli ultimi anni

Ritiratosi nell’estate del 1995 dall’attività didattica, Girard rimase per molti anni pienamente impegnato nella stesura di scritti e nell’elaborazione di teorie antropologiche.

Nel 2005, a coronamento della sua poliedrica carriera di studioso, fu eletto membro dell’Académie Francaise, essendogli ormai stato ufficialmente riconosciuto il merito di aver influenzato in modo enorme i più disparati campi del sapere contemporaneo, dalla critica letteraria all’antropologia, dalla teologia alla filosofia, dalla mitologia alla sociologia, passando per ricerche psicologiche e neurologiche.

René Girard si spense il 4 Novembre 2015 a Stanford negli USA, dove tutto il suo fantastico viaggio all’insegna della speculazione filosofica ha avuto inizio.

 

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