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Approfondimenti sul Web 2.0: l’acronimo SoLoMo

SoLoMo: Social Local Mobile

Approfondimenti 2.0

Social Local Mobile (SoLoMo): un neologismo, una realtà del web marketing

Da pochi giorni è nata una collaborazione tra me e Andrea Poretti, CEO e SEO specialist di Cepar Digital Agency.

La collaborazione sta portando a ottimi risultati, in termini di visibilità e qualità professionale. Nel mio ultimo pezzo, apparso sul blog aziendale di Cepar, dal titolo Il Futuro del Web: Local Social e Mobile Marketing Summit Londra 2012 ho evidenziato le principali tendenze del web 2.0, discusse nel summit tenutosi a Londra nel mese di Novembre. In sostanza, l’acronimo SoLoMo potrebbe essere considerato la chiave di volta per decifrare l’enigmatico panorama del web 2.0. Ricordiamo, per i non addetti ai lavori, che il web 2.0 si distingue dalla prima generazione per la straordinaria importanza attribuita all’utente. La comodità (per l’user), l’ubiquità e la fruibilità dei contenuti rappresentano dei must ineludibili per chi fa applicazioni o progetta siti web. Questo post, tuttavia, non vuole essere una lezione di informatica. Il blog “Letterariamente SEO” non nasce con finalità tecniche, ma cerca di approfondire con spirito critico le tendenze del mondo contemporaneo. Qual è, allora, lo strumento teorico per comprendere l’acronimo SoLoMo?

Dunque, in primo luogo un dato: nel 2014 chi accederà ad Internet sul telefonino, sul proprio smartphone, da mobile, come si dice in gergo, supererà coloro che accederanno da un tradizionale computer. Così, l’importanza del MO, che sta per mobile, appunto, è subito lampante. Sui treni, in pantofole sdraiati sul divano, in auto sul sedile del passeggero, in spiaggia, come al parchetto: ciao vecchio computer, noi siamo comodi così!

L’assuefazione tecnologica degli Abitanti del Terzo Millennio potrebbe portare alla totale coincidenza dei termini online e awake: fino a quando non si chiuderanno i nostri stanchi occhi per riposare, la nostra presenza attiva o passiva sul web 2.0 potrebbe essere potenzialmente ininterrotta! In poche parole, saremmo sempre SoMo, che non è un’offesa, ma un dato di fatto: al di là della nostra esistenza reale, noi avremmo per sempre un’ombra virtuale, che ci circonderà le spalle come un’aura magica, rendendoci partecipi di due vite parallele, ma coincidenti! Un paradosso, certo, che non porta con sé un giudizio morale, quanto piuttosto racconta di come la socialità stia modificando la propria radice semantica. Social è un modo d’essere online, di fare “cose” online; social, comunque, è e rimarrà sempre anche il nostro destino su questa Terra.

Tuttavia, la nota più sorprendente, al mio sguardo da neofita, è il termine local, che dà all’acronimo SoLoMo il senso tanto familiare agli esperti di web marketing, quanto enigmatico per noi comuni mortali, esterrefatti davanti all’avanzare di sigle e suoni nuovi. Il Social Local Mobile si concretizza proprio per il suo carattere “locale”. Ma come, diremmo noi, non è stato, e lo è tuttora, proprio Internet ad aver partorito la società globalizzata nella quale viviamo? Non è stato Internet ad aver annullato definitivamente le distanze spazio-temporali? Ad aver contribuito al nostro cosmopolitismo virtuale?

In realtà, la nuova tendenza del web 2.0 è quella di dare crescente spazio a iper-localismi digitali per permettere all’utente di risparmiare tempo e dispendio di energie cognitive durante la sua ricerca online. È un paradosso, ma il “colpevole” indiscusso della nostra esistenza globalizzata sta virando le sue attenzioni sul locale. Anzi, molto spesso ci sentiamo più a casa nostra online che in mezzo agli altri. Come, direte voi? È semplice. Vi faccio un esempio: provate, dovunque siate, ad aprire Google Maps, come fate di solito, e a digitare il nome di una via per ottenere indicazioni stradali. Io provo a digitare VIA SAN CARLO. Ebbene, nel menu a tendina, che Google mi apre automaticamente per semplificarmi la vita, io leggo tra le opzioni facilitate la via San Carlo di: Cesano Maderno, Meda, Lissone e Rho. Ovvero, Google mi dà i risultati filtrati già in base alle mie precedenti selezioni (mia nonna abita in via San Carlo a Cesano Maderno). Non mi riporta, così, la via San Carlo di Palermo, Napoli o Torri di Quartesolo. Ma mi suggerisce dei dati affini a quelli da me già immessi in precedenza, magari due mesi fa, facendomi sentire così “nella mia zona”, nel mio ambito di competenza, in un contesto più familiare.

In questo modo, il web 2.0 sta dando alla Rete un’impronta local, costringendo gli esperti di web marketing e i web developer a rivedere le loro posizioni. In questo modo, Internet dimostra di avere un grandissimo senso di appartenenza, un enorme istinto civico: davanti allo strapotere del progresso, all’impersonalizzazione del supporto tecnologico e al conseguente senso di smarrimento che potrebbe gravare sul cittadino medio, spaventato dai cambiamenti veloci e dalla necessità di correre dietro a una realtà che non conosce, la tendenza local, la costruzione di un rapporto fiduciario, la navigazione “a piccoli passi” online possono essere delle interfacce gradevoli e rassicuranti tra l’utente e la potenza della Rete.

SoLoMo non è, quindi, un suono che spaventa, quanto il motto della nostra tranquillità esistenziale.

Stefano Airoldi

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1 Comment

  • Reply
    Daniele Bagnoli
    5 dicembre 2012 at 19:48

    Decisamente interessante. Anche se il problema, dal punto di vista dello sviluppatore, è che l’aumento esponenziale dell’accesso da mobile, senza la velocità con cui si evolveranno queste periferiche, offrirà ancora meno tempo libero per studiare e rinnovarsi. Se già si fatica ora a stare al passo coi tempi (e a portare a casa la pagnotta), il futuro sarà sudore e sangue :D

    P.S. I risultati del vostro lavoro sono sotto i miei occhi ogni giorno, vista la collaborazione tra Cepar e Slepland ;)

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